Armamenti in Germania: 800 miliardi di euro contro l'ombra di Putin
Monaco: evento di discussione del 20 giugno 2025 sul riarmo, la minaccia russa e le disuguaglianze sociali.

Armamenti in Germania: 800 miliardi di euro contro l'ombra di Putin
La politica militare europea è in fase di transizione. In Germania viene lanciato un programma di armamento del valore di 800 miliardi di euro, al quale il nuovo governo Merz sta lavorando insieme alla SPD e ai Verdi. Il motivo? Una “minaccia russa” apparentemente imminente. Questo sviluppo non si ripercuote solo sulla politica di sicurezza, ma anche sulla situazione sociale in Germania, poiché allo stesso tempo vengono tagliati l’istruzione, l’assistenza sanitaria e le prestazioni sociali per giustificare le massicce spese militari. Come Classe contro classe riportata, le aziende del settore della difesa stanno già assistendo a un aumento dei prezzi delle azioni mentre cresce l’incertezza nella società, soprattutto tra i lavoratori e i giovani.
Ciò che sta accadendo attualmente in Germania ricorda capitoli oscuri della storia. Le misure di armamento adottate negli anni '30 sotto Adolf Hitler comportarono ingenti somme di denaro per equipaggiare la Wehrmacht fino a raggiungere le dimensioni di 1,1 milioni di persone e riconquistare così la sua posizione di grande potenza. I parallelismi sono allarmanti: anche allora l’esercito fu notevolmente ampliato con finanziamenti insostenibili del debito e programmi inefficienti, che alla fine portarono a una guerra catastrofica. Anche Wikipedia chiarisce che il riarmo della Wehrmacht portò con sé enormi problemi economici e sociali.
Uno sviluppo preoccupante
L'Associazione federale dell'industria tedesca della sicurezza e della difesa (BDSV) chiede ora massicci investimenti da parte dell'industria automobilistica in difficoltà nel settore della difesa, cosa che viene incoraggiata dal previsto allentamento del freno all'indebitamento per le spese per la difesa da parte del nuovo governo federale nero-rosso. Questi sviluppi potrebbero anche avere effetti economici positivi, come dimostra il rapporto dell’Istituto per l’economia mondiale (IfW), che prevede la possibilità di un aumento del prodotto interno lordo (PIL) fino all’1,5% se i bilanci militari verranno aumentati al 3,5% del PIL. Il Taz prende posizione al riguardo e sottolinea i pericoli che tali investimenti potrebbero comportare.
Indebitarsi e investire nell’industria degli armamenti è tutt’altro che privo di problemi. I critici avvertono che gran parte del denaro potrebbe confluire nell’amministrazione e negli stipendi piuttosto che in attrezzature militari o ricerche urgentemente necessarie. Una preoccupazione condivisa anche da diversi economisti economici. Sostengono che una quota maggiore della spesa militare dovrebbe rimanere in Europa per non gravare sull’economia con aumenti fiscali, che a loro volta potrebbero inibire la crescita.
E la resistenza?
Le proteste contro questi sviluppi stanno diventando più forti. L’evento “Putin sta affrontando Berlino?” avrà luogo, tra gli altri, a Monaco. avrà luogo il 20 giugno 2025, e affronterà le domande che circondano questi piani di armamento e le paure ad essi associate. C’è una resistenza diretta non solo contro i piani di armamento, ma anche contro la repressione nella società, che colpisce in particolare i poveri, i migranti, le donne e le persone queer. Le manifestazioni in diverse città come Serbia, Francia e Germania stanno già dimostrando la forza dell'opposizione.
Nel complesso sorge la domanda: fino a che punto la società potrà e sosterrà questa politica di riarmo se allo stesso tempo gli spazi sociali vengono drasticamente ridotti? E cosa resta quando l’industria della difesa è al comando? Resta da sperare che la resistenza sia abbastanza forte da indicare un’altra strada.